Recensione personale di Breaking Dawn parte I
Care amiche, ieri sono andata finalmente a vedere Breaking Dawn parte I ed ho pensato di farvi una recensione personale del film da persona che ha anche letto le 700 pagine del libro.
Se vogliamo partire dal libro posso dire che le 700 pagine potevano tranquillamente essere ridotte in quanto si legge chiaramente un “trascinare” della storia…
Ma veniamo al film, sin dalla prima scena si conferma il tentativo di “sfruttare” l’aspetto fisico dei protagonisti per trovare consensi nel pubblico femminile infatti il film si apre con in bella vista il fisico di Taylor Lautner che come ormai ci siamo abituati a vedere sin da New Moon si strappa la maglietta di dosso prima di trasformarsi in lupo. La parte iniziale del film ovvero dal matrimonio alla luna di miele scorre lenta e quasi noiosa e certamente delude le aspettative nella ostentata “scena della spalliera”, così definita quella nella quale i due novelli sposi finalmente consumano la loro passione. Deludente in quanto è chiaramente visibile che nonostante il film sia stato vietato ai minori di 14 anni comunque tenta di essere una scena molto soft, trasformata quindi in un clamoroso “ne carne e ne pesce”.
Il resto del film poi naturalmente prosegue con la storia della gravidanza, l’ostinazione di Bella nell’avere a tutti costi questo bambino, ed il triangolo amoroso con Jacob il quale sembra sempre il “prezzemolino in ogni minestra” nella vita di lei e che continuerà ad esserlo con una sorta di colpo di scena finale…
E poi c’è la scena del parto la quale per quanto possa apparire “cruda” è stata molto ma molto alleggerita rispetto alla descrizione del libro quasi da svenimento. Insomma l’ennesimo teen movie di una saga che ha cominciato un pochino a stancare in quanto chiaramente troppo trascinata, e una contraddizione tra il divieto ai minori di 14 anni e il tentativo di rendere le scene clou del film più soft possibili.
Nel complesso quindi un film da vedere per “completare la saga” ma che poteva sicuramente puntare più sulla qualità che sulla popolarità.