Rispetto ai secoli scorsi la pratica del parto è cambiata molto repentinamente, questo perché i vari studi medici e anatomici e farmacologici hanno permesso lo sviluppo di nuove tecniche e medicinali in grado quasi di azzerare la mortalità e i rischi sia per la madre sia per il nascituro. Tecnicamente, dal punto di vista fisiologico e medico si definisce come espulsione o estrazione del feto e degli annessi fetali dagli organi genitali femminili.
I differenti tipi di parto
Questi progressi nella scienza della natalità hanno permesso di distinguere, oltre alle diverse tecniche di parto dovute alle mode più che alle culture, differenti modalità per quello che è la fine del periodo di gravidanza e l’inizio del mestiere di mamma.
Elenchiamo i diversi tipi di parto per poi andare a spiegarli più in dettaglio:
- Partoeutocico: definito anche fisiologico, si dice di un parto che avviene spontaneamente. Ne parleremo più diffusamente più avanti in questo articolo.
- Parto distocico: detto anche non fisiologico, viene definito così se il parto necessita di intervento medico. I prossimi parti qui elencati prevedono entrambi l’intervento medico e sono pertanto catalogati come partodistocico. La distocia può essere provocata da diverse ragioni come ad esempio possibili malattie del feto o anomalie dell’apparato genitale ma anche da fattori psichici che impediscono il normale svolgersi delle fasi del parto.
- Parto indotto: in questo caso è grazie alla somministrazione di farmaci come l’ossitocina o la fettuccia, che la donna viene fatta entrare in travaglio.
- Parto cesareo: in questo caso si parla di un vero e proprio intervento chirurgico dove, tramite un taglio sul ventre della donna viene estratto il bambino.
A seconda del momento della gestazione in cui si verifica il parto, questo si distingue in:
- Parto abortivo: se avviene prima della ventiduesima settimana, il termine in cui si completa la formazione della retina nel feto e si attivi il cervello tramite la stimolazione luminosa.
- Parto pretermine: se avviene prima della settimana 37.
- Parto a termine: se il parto avviene nel periodo compreso tra la settimana 37 e la fine della settimana 41, ovvero 41 settimane più sei giorni.
- Posttermine: se avviene dopo l’inizio della settimana 42.
Il parto eutocico
Il parto eutocico viene suddiviso, a scopo puramente didattico, in quattro fasi ben distinte tra loro. Le prime due fasi vanno a costituire il travaglio.
- Fase prodromica: questa prima fase del partoeutocico è caratterizzata dalla presenza di contrazioni uterine che da irregolari diventano regolari e più frequenti con il passare del tempo. Il tempo trascorso affinché si regolarizzino e la durata delle singole contrazioni varia a livello individuale. In questa fase può verificarsi la rottura e la conseguente espulsione del tappo mucoso, da non confondere con la cosiddetta rottura delle acque che avverrà solo nella fase successiva, ovvero dopo circa 5 o 6 ore dall’inizio della fase prodromica.
- Fase dilatante: in questa fase le contrazioni sono ormai regolari e a distanza di circa tre, quattro minuti mentre la loro durata si assesta sui 30 o 40 secondi. Le contrazioni sono dei movimenti involontari dei muscoli dell’utero che spingono il feto verso la direzione di uscita. Ogni contrazione permette alla cervice di dilatarsi fino a circa 10 centimetri di diametro. Questa fase termina con la dilatazione completa e la rottura delle membrane amniotiche, detta rottura delle acque. Questa rottura delle membrane amniotiche però può presentarsi spontaneamente anche prima della completa dilatazione o addirittura prima della fase prodromica.
- Fase espulsiva: questa terza fase ha inizio quando la dilatazione è completa. In questa fase si svolgono tutti i movimenti e le rotazioni del feto all’interno del canale del parto. In questa fase vi è una forte produzione dell’ossitocina, ormone secreto dall’ipotalamo.
- Secondamento:questa quarta fase comincia dopo l’espulsione del feto e termina con l’espulsione degli annessi fetali. Questa fase conclusiva del parto eutocico dura in media tra i 20 e i 30 minuti.
Fase post parto
In questa fase si tengono sotto controllo i parametri vitali come la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, sia della mamma che del nascituro per le successive due ore. Nel frattempo al bambino sono fatte le prime visite e viene lavato dai residui del parto.