Depressione post-partum: in cosa consiste
Uno dei fenomeni più diffusi tra le tutte le neo-mamma è sicuramente quello della depressione post-partum, la cui causa principale dal punto di vista fisico è di rintracciare nel calo del livello di estrogeni e progesterone che segue il parto e, quindi, agli sbalzi ormonali che ne derivano.
Dal punto di vista psicologico, invece, la depressione post-partum può derivare dalla consapevolezza del nuovo ruolo di mamma e quindi da tutte le ansie che questo compito necessariamente implica.
Depressione post-partum: come affrontarla
Come detto la depressione post partum segue solitamente il parto sebbene alcune donne ne soffrano già in gravidanza. In linea di massima si suole suddividere la depressione post partum in tre diverse tipologie:
• Baby Blues: Si tratta di uno stato di malinconia piuttosto che di depressione vera e propria e i sintomi più evidenti sono crisi di pianto, ansia, tristezza. Solitamente questa forma si risolve spontaneamente dopo 15-20 giorni
• Depressione post-partum: I sintomi principali di questa seconda tipologia sono tristezza, incapacità di curare il proprio bambino, stanchezza, insofferenza, irritabilità, nervosismo, insonnia e inappetenza. Questo tipo di depressione può durare da qualche settimana a un anno
• Psicosi post-partum: Si tratta di una tipologia più grave i cui sintomi sono confusione, pessimismo, allucinazione, tendenze suicide e omicide verso il proprio bambino. In questo caso è necessario ricorrere a cure mediche e psicologiche
Per prevenire l’insorgere della depressione post partum è consigliato discutere con il partner o con le persone più care della propria condizione di disagio, non lasciarsi soffocare dal senso di colpa che si sente nel vedersi una madre inadeguata e appoggiarsi molto alla famiglia che potrà fornire un valido aiuto almeno per le prime due tipologie. Nel terzo caso è necessario l’intervento di un medico.