Negli ultimi anni sta salendo agli onori della cronaca quella che viene definita Paleo dieta, o dieta del paleolitico, ovvero un regime alimentare basato sugli alimenti di cui si nutrivano i nostri antenati. Ma capiamo bene di cosa si tratta.
Una premessa che inizia 2 milioni di anni fa.
Le diete moderne possono essere classificate più o meno tutte come “alterazioni del regime alimentare”. Alcune definiscono la quantità, altre le proporzioni dei macronutrienti, altre ancora il fattore tempo, arrivando a definire in modo preciso anche “quando”.
La domanda che fino alla Paleo dieta si erano fatti in pochi (e ancor meno si erano risposti), è stata: ma in questa macchina, che carburante ci va?
Robb Wolf, e prima di lui Loren Cordain, autori dei bestseller sull’argomento Paleo dieta, rispondono dal punto di vista della genetica, con dati alla mano: una variazione nel regime alimentare necessita di un tempo pari a circa 30.000 anni prima che il corpo adatti il sistema “energetico” per funzionare con il nuovo carburante.
E nel frattempo? Problemi. Seri.
Pensate solo che qualsiasi animale allo stato selvatico muore, nella maggior parte dei casi, per infortunio, predazione o età. Mentre gli stessi animali in cattività (già questa mina notevolmente la salute), o meglio, sotto regime alimentare controllato dall’uomo, muoiono per malattia, o come le mucche allevate con cereali, sopravvivono in virtù degli antibiotici. Tradotto: ogni animale, uomo incluso, quando mangia cibi per i quali non è adatto (o non ancora adattato) incorre in problemi di salute, e di conseguenza funzionali.
Ma torniamo ai 30.000 anni necessari a far cambiare il nostro motore per poterci nutrire senza problemi di un insieme nuovo di cibi, e facciamo una considerazione: coltiviamo cereali/legumi e mungiamo animali per berne il latte da 4000 anni (documentati), plausibilmente 10.000.
Se teniamo presente che la nostra genetica è stata costruita per funzionare con il frutto della caccia/pesca/raccolta degli ultimi due MILIONI di anni, il conto è presto fatto… siamo su una brutta strada. Per capire meglio la Paleo dieta dobbiamo chiederci quali cibi avevano a disposizione i nostri antenati.
Presto fatto, la lista è breve: carne e pesce selvatici (di questo aspetto è fondamentale il fatto che questi animali si nutrissero in modo indipendente), vegetali e rari frutti selvatici (i frutti selvatici hanno un contenuto di zuccheri molto più basso rispetto alle specie selezionate che troviamo al supermercato), qualche raro uovo rubato da un nido. Cotture e “preparazioni gastronomiche” quasi assenti o molto semplici. Mangiare quando catturavi la preda… e soprattutto quando non eri tu la preda! In entrambi i casi, correre tantissimo. Poi la preda andava riportata a casa, in spalla! Quando poi non eri a caccia, lunghissime camminate per la raccolta, e altri carichi sulle spalle al ritorno. E riposo, meritato, benedetto, indispensabile, soprattutto dopo gli sprint della caccia.
Affrontiamo subito la paura più grande. Cosa bisogna togliere dalla nostra tavola?
La risposta è semplice: cereali, legumi, latticini e tutto quello che non era disponibile fino a 10.000 anni fa: zucchero, sale, alcool, cibo industriale, in scatola, precotto, predigerito, cibo che dura mille anni confezionato, ma deteriora in un giorno una volta aperta la confezione, bevande gassate, dolcificate, additivate, prodotti geneticamente modificati, coltivati estensivamente con l’uso di pesticidi o Dio solo sa cos’altro, dolciumi (ah, si… zucchero e cereali!).
Sembra il giudizio universale, solo che dalla parte dei cattivi c’è circa l’80% della nostra alimentazione. Ora, non vogliamo scendere in polemica con i vegetariani e i vegan, ma nel loro caso la percentuale sale ulteriormente.
Cosa ci resta allora?
Carne di bestie allevate a pascolo (niente cereali), pesce pescato (quando è allevato è nutrito a farine), uova di galline che razzolano e mangiano vegetali, qualche semino d’erba e i tradizionali vermetti, verdura e frutta. Sulla carne chiudiamo un occhio finchè il mercato si adeguerà alla richiesta, che sta aumentando, di carne “grass-fed” (bestie alimentate a pascolo), orientandoci a carni magre nel frattempo.
Spezie, tutte quelle che volete, purchè non siano un veicolo di sale occulto, come alcuni curry thailandesi, quindi occhio alle etichette!
Ma la domanda più grande è…
Perchè questa sofferenza? Dov’è la mia pasta, il mio pane, la mia fetta biscottata con la marmellata… e il burro? (un minuto di silenzio per le lasagne).
La risposta è una sola…Salute!!