Tutti avranno sentito parlare del fenomeno del bullismo, sempre più in espansione nelle scuole, praticato soprattutto dai ragazzi tra i 7 e gli 8 anni e tra i 14 e i 18 anni.
Non tutti, però, conoscono il nuovo fenomeno del “cyber bullismo”, termine coniato da Bill Belsey per indicare le azioni di bullismo che vengono messe in atto tramite l’utilizzo di dispositivi di comunicazione elettronici, in particolar modo gli sms, social network, e-mail, chat e blog.
Diverse ricerche stimano tra il 10 e il 30% le vittime di cyber bullismo e in una di queste ricerche effettuata tra gli adolescenti, il 20% dichiara di aver agito da cyber bullo.
Una delle caratteristiche principali del cyber bullismo è l’anonimato: l’identità reale viene completamente celata, l’Io-reale lascia il posto all’Io-virtuale, la Persona svanisce definitivamente e diventa soltanto un “nickname”. In questo modo il cyber bullo si sente più sicuro e protetto in quanto sarà molto più difficile risalire alla sua identità.
Altra differenza dal bullismo tradizionale è l’assenza dei limiti spaziotemporali, infatti, il cyber bullismo colpisce la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyber bullo, mentre il bullismo avviene in luoghi e momenti specifici.
Tra le diverse categorie del cyber bullismo possiamo trovare:
Molestia à spedizione ripetuta di messaggi insultanti.
Rivelazione à pubblicazione di informazioni o immagini imbarazzanti su qualcuno.
Cyberstalking à invio ripetuto di messaggi che includono minacce fisiche.
Denigrazione à pubblicazione di pettegolezzi per danneggiare la reputazione della vittima all’interno di forum, blog o siti internet.
Flaming à invio online di messaggi violenti e volgari.
Esclusione à escludere qualcuno da un gruppo online.
Impersonation à violare l’account di qualcuno e inviare messaggi per danneggiarne la reputazione.
Cyberbashing à comportamento criminale che inizia nella vita reale e successivamente continua online.
Gli studenti di 11 anni sono quelli maggiormente coinvolti in episodi di cyber bullismo ed è stato dimostrato che le vittime del cyber bullo sono per lo più ragazze.
Il cyber bullismo è presente quindi nella scuola, ma anche nel contesto relazionale dei ragazzi. Per cercare di prevenire questo fenomeno è necessario innanzitutto informare adulti, ragazzi e bambini sui rischi che può provocare un uso non sicuro delle nuove tecnologie e nelle scuole bisognerà promuovere corsi di formazione e seminari per genitori e insegnanti.
In particolar modo, sarà necessario rilevare l’entità del fenomeno, la frequenza con la quale si verificano gli episodi, la percezione degli effetti sulla vittima, da quanto tempo durano le molestie, il genere di cyber bullo con cui si ha a che fare e a chi si rivolgono le vittime.
Inoltre, all’interno delle scuole si dovrebbero organizzare dei percorsi di sensibilizzazione al linguaggio emotivo, in quanto, come dimostrano alcuni studi, è piuttosto carente, dei programmi per migliorare le competenze nelle “social skills” ovvero per migliorare l’interazione e la comunicazione con gli altri e dei percorsi che facciano comprendere a pieno il significato dei messaggi verbali e non verbali che si trasmettono agli altri nella comunicazione quotidiana.