Giorgia è una cantante affermata. Bella ma soprattutto brava, acclamata da pubblico e critica per simpatia e talento. A breve comincerà il tour 2012 per presentare il nuovo album e toccherà le maggiori città italiane. Sembra aver tutto la quarantenne romana ma, in una recente intervista a Vanity Fair, confessa le sue paure, i suoi momenti di sconforto ma anche la felicità ritrovata accanto al suo nuovo compagno, il ballerino Emanuel Lo, da cui ha avuto di recente un bambino.
I due aborti e il dolore più forte, la morte di Alex
Quando la redattrice della nota rivista le chiede se è felice, Giorgia risponde: “E’ la prima domanda che mi ha fatto Emanuel, otto anni fa. Lavoravamo insieme per un tour, lui aveva cominciato a corteggiarmi e io ero tutta sulla difensiva. Pensavo: figurati se posso fidarmi di lui… Non capivo che cosa c’entravo io con un fico così… Chissà che mazzata poi m’aspetta – pensavo – se mi metto con uno come lui: giovane, vitale. Poi la vita per fortuna a un certo punto non mi ha più permesso di pensare. Abbiamo cominciato a baciarci una sera, in macchina e, appunto, Emanuel mi ha chiesto se ero felice”…
E riguardo alla scomparsa del compagno, il giovane cantautore Alex Baroni… “Ero sempre stata così ansiosa di farmi voler bene, e così convinta di non meritarmelo, che vivevo come nell’attesa costante che qualcosa di tremendo potesse succedermi… La morte di Alex, dentro di me, io ce l’avrò per sempre… Piangevo perché avrei voluto morire anch’io, con lui… Poi, qualcosa dentro di me ha deciso di resistere, sopravvivere”. Però lo fece: “Indignata. Felice? Certo che no. Come si fa a essere felici? L’ho detto con quel tono da donna navigata che si rivolge a un ragazzino ingenuo… E invece lui capiva tutto, molto meglio di me. È rimasto fermo, come una colonna, di fronte a tutti i miei tentativi di boicottare il nostro amore. Siamo arrivati anche a lasciarci per un anno. Ma lui era ancora lì. E ha persino ottenuto che un giorno, a quella domanda, gli rispondessi sì, sono felice”. L’amore l’ha cambiata, ma soprattutto la felicità è arrivata in un momento preciso: “La prima volta che ho tenuto nostro figlio in braccio… Per anni diventare madre è stata una specie di ossessione: e lì è davvero l’uomo che fa la differenza. Ho avuto due aborti spontanei, rischiavo di ricadere dentro a un meccanismo malato di autocompiacimento della sofferenza. Ma Emanuel anche in quell’occasione non si è lasciato abbattere. E quando abbiamo smesso di pensarci sono rimasta incinta… Samuel mi ha costretta a venire a patti con la mia angoscia, con la paura delirante che tutto possa andare a rotoli da un istante all’altro. Non sono ancora riuscita a eliminarla: ma la tengo a bada”.
intervista Vanityfair.it