L’intelligenza della donna al di là delle dimensioni
Nel corso dei secoli, molte teorie scientifiche hanno ritenuto la donna perennemente inferiore all’uomo, avallando questa falsità parlando di dimensioni diverse tra il cervello maschile e quello femminile; ovviamente il volume più ampio appartiene all’uomo (anche qui è una questione di dimensioni…ahh Freud quante cose avrebbe da dire).
Fortunatamente, oggi, queste teorie sono state archiviate nel luogo a loro più appropriato: il cestino!
Ciò che è stato constatato dai ricercatori è, in effetti, un volume maggiore intercranico negli uomini. Poca cosa, dunque, che non ha nessuna ripercussione sulla qualità celebrale. Ciò che conta è il cervelletto e le dimensioni di quest’ultimo nell’uomo e nella donna, sono praticamente identiche.
Ma qualche differenza c’è. Gli studiosi affermano, infatti, che noi donne siamo migliori nelle funzionalità del linguaggio. Ed, difatti, le bambine cominciano a parlare prima rispetto ai coetanei maschietti. E, solitamente, i disturbi legati al linguaggio, come la balbuzie e la dislessia, sono molto più comuni tra gli uomini. Non di meno, per par conditio, va detto che i maschi sono molto più abili nei ragionamenti matematici e meccanici, ed anche nei campi visivi. Quindi alla donna possiamo attribuire come vantaggio il linguaggio e, ad esso connesso, anche la memoria; all’uomo, invece, la matematica.
Entrano più nel merito di queste differenze, va detto che le cellule nervose (e quindi anche quelle del nostro cervello) non obbediscono esclusivamente a leggi genetiche: esse si sviluppano anche in base a stimoli esterni. Va da se, dunque, che parte delle nostre differenze è generata dalla nostra esperienza di vita e più in generale da fattori evoluzionistici. La suddivisione dei compiti nella storia ci ha portato a sviluppare delle caratteristiche individuali piuttosto che altre e questo ha garantito la sopravvivenza del genere umano per milioni di anni.
La superiorità della donna è nell’evoluzione
Il tutto potrebbe essere cominciato dalla cura del bebé. La donna ha assicurato al nascituro stabilità ed educazione, l’uomo, invece, il suo sostentamento fisico. Ruoli entrambi indispensabili ed interconnessi tra loro. Da ciò possiamo desumere, in parte, le singole attitudini dell’uno e dell’altra. L’uomo, quindi, per via della caccia, ha visto accrescere le sue abilità visive e tecniche, la donna, per la cura del bambino e la sua presenza in comunità ha sviluppato il linguaggio e la capacità di articolare al meglio i concetti e pensieri.
Ecco, da ciò potremmo dire, e ci dispiace per i maschietti, che effettivamente la donna ha contribuito, più dell’uomo allo sviluppo intellettivo dell’umanità. L’evoluzione della zona del cervello relativa al linguaggio e quindi al pensiero, ha portato la donna a dare dei significativi contributi alla crescita cultura dell’intera società: e’ scienza! 😀
Altro punto a favore della donna è l’intelligenza pratica. Anche questo frutto dell’evoluzione. Agli uomini maggiori capacità logica, mentre le attitudini al problem solving, all’organizzazione e alla pianificazione del tempo, sono tutte proprie della donna. E’ questo sempre perché erano le mamme a dover organizzare la vita familiare e più in generale della comunità. Un talento acquisito già nelle caverne quindi.
E’ sempre bene ricordare, che queste sono differenze generali. Ogni persona, donna, uomo che sia ha una storia, un’educazione, ed un’indole propria. I talenti, dunque, e le attitudini valicano ogni differenza di genere.
I deficit di selezione e l’intelligenza pratica della donna
Ma di là da questo piccolo vantaggio si può dire che, in generale, sia il cervello maschile, che quello femminile, agli albori della civiltà, erano maggiormente stimolati. Si trattava, infatti, di provvedere alla propria sopravvivenza. O si ragionava per nutrirsi e per salvarsi dagli attacchi esterni o si moriva. Non c’era niente da fare. Nessuno spazio alla pigrizia.
Con questa premessa, gli scienziati tendono, oggi, a giustificare alcuni nostri comportamenti apparentemente stupidi. In gergo tecnico li chiamano deficit di selezione; una sorta di ‘bug’ da software, per intenderci.
Il nostro sistema celebrare, infatti, secondo gli studiosi è come un raffinato calcolatore, con centinaia di migliaia di cellule neurali, collegate tra loro attraverso fittissimi collegamenti; tutto il sistema ci rende altamente intelligenti ma capitano i gap che ci inducono a commettere errori banali. Esempio tipico sono le nostre risposte sbagliate ai test psico-attitudinali. Non sempre riusciamo a riconoscere le domande a trabocchetto e cadiamo facilmente in errore. Altro esempio, è la nostra propensione a credere alle superstizioni o alle pubblicità. Insomma, una miriade di bug che condizionano costantemente la nostra vita. Vita cambiata dopo millenni. Un tempo abituati a procacciarci il nutrimento per vivere adesso pieni di cibo per aguzzare l’ingegno e cercarlo. Da qui i deficit; il nostro cervello non è abituato ad adagiarsi sugli allori; va da se che deludendolo sempre lo sottoponiamo a numerosi bug!
Questa potrebbe essere un’ottima giustificazione alle nostre papere o figuracce. Ma piano con l’auto-assoluzione. Nulla ci vieta di ragionare utilizzando tutte le nostre capacità. Insomma, meglio iper- riflessivi che pigri. Ed anche in questo le donne, sono molto più avanti. Non lo dico io: e’ scienza! 😛
E voi che ne pensate? Siamo davvero più capaci grazie all’evoluzione?